Il fondatore della Bioenergetica fu il medico e psicoanalista americano Alexander Lowen. Egli fu paziente e allievo di Wilhelm Reich, psicoanalista viennese trasferitosi poi in America, allievo di Freud, ma che presto si distaccò dalle idee del maestro aprendo la strada del corpo all’interno della psicoterapia. Reich notò una struttura di tensioni muscolari nel corpo dei pazienti che assolveva alla stessa funzione delle difese psicologiche organizzate nel loro carattere. Notò anche che la maggior parte dei pazienti aveva una respirazione carente, e che proprio questo blocco della respirazione era il principale ostacolo al recupero della salute emotiva.
Strutturò un tipo di terapia che chiamò “vegetoterapia catattero-analitica“, in cui, tramite la stimolazione della respirazione e la manipolazione dei muscoli contratti, provocava la liberazione delle emozioni represse dei pazienti andando a ripristinare un libero flusso di energia dovuto al ritrovato equilibrio fra i sistemi nervosi simpatico e parasimpatico. In questo tipo di terapia il paziente era sdraiato sul lettino, e il medico agiva sulle fasce di tensione muscolare una per volta, partendo dall’alto e scendendo verso il basso, seguendo uno schema preciso.
Lowen approfondì il lavoro di Reich e lo sviluppò nell’Analisi Bioenergetica, partendo da quello che aveva sentito carente nella sua terapia personale con il maestro. Aggiunse alla posizione sdraiata, utilizzata sia in psicoanalisi che da Reich, la posizione del paziente in piedi, meno regressiva di quella sdraiata e permettendo un lavoro sulla parte adulta del paziente e sul presente piuttosto che sul passato. In questo modo pose attenzione alle tensioni del corpo dal bacino fino ai piedi. Questo lo portò a sviluppare il concetto di “grounding” (radicamento), che si riferisce alla percezione della sensazione di una corrente energetica che scorre attraverso le gambe verso il suolo. Lowen ideò svariati esercizi e posizioni del corpo da proporre ai pazienti in terapia al fine di mettere sotto stress i muscoli contratti per favorire la loro percezione ed un loro rilassamento, ideò esercizi espressivi per promuovere lo scioglimento dei muscoli attraverso un movimento che coinvolga i muscoli deputati all’espressione di una determinata emozione (repressa nel paziente) e per aumentare la capacità di espressione di se stessi.
Nonostante queste modifiche, inizialmente Lowen rimase fedele al concetto di Analisi del Carattere sviluppato da Reich nei primi anni del suo lavoro. Reich aveva individuato la struttura caratteriale nevrotica (al cui interno aveva distinto il carattere masochista) e quella genitale (che rappresenta la salute emotiva), studiando sia l’atteggiamento caratteriale del paziente, ma soprattutto la sua postura corporea e l’organizzazione delle tensioni nel corpo. Lowen, approfondendo lo studio della dinamica delle tensioni e del loro sviluppo durante la crescita, individuò in tutto 5 tipi caratteriali (schizoide, orale, psicopatico, masochista, rigido) ognuno dei quali è caratterizzato da una propria organizzazione psichica e corporea che sottende determinati significati emotivi e simbolici.
Il carattere si struttura durante la crescita come reazione a degli insulti ambientali che impediscono l’espressione di parti importanti di se stessi (emozioni, desideri, impulsi): quello che succede è che ciò che non è ammesso viene represso tramite tensioni muscolari, e a livello psichico si forma una “maschera” che ricalca i comportamenti e gli atteggiamenti accettati dall’ambiente.
Questa attenzione ai caratteri era ed è tutt’ora molto utile in fase diagnostica, per farsi un’idea del funzionamento del paziente nel presente, delle sue difficoltà e dei probabili traumi vissuti durante la crescita e rimasti iscritti nel corpo. In seguito lo studio dei caratteri e l’intervento sulla loro modificazione passa in secondo piano, restando al centro dell’attenzione e dell’intervento terapeutico i processi energetici del corpo e l’integrazione fra il mentale ed il corporeo. Il fine della terapia bioenergetica diventa quello di far raggiungere al paziente una piena consapevolezza di sé, una buona capacità di espressione di sé, unita alla padronanza di sé.
Oggi la Bioenergetica entra nel novero delle “Psicoterapie a mediazione corporea“, e attraverso il dialogo scientifico e clinico con gli altri approcci e una costante critica e revisione interna, ha spostato l’attenzione sulla relazione tra terapeuta e paziente all’interno della seduta e del percorso terapeutico. I concetti chiave, oltre a quelli già delineati, sono ora la sintonizzazione emotiva fra paziente e terapeuta, l’attenzione ad ogni variazione della relazione, una maggiore attenzione ai fenomeni del transfert e del controtransfert; la terapia diventa meno direttiva e più esplorativa per il paziente che, con l’aiuto e la presenza del terapeuta intraprende un viaggio alla scoperta del vero se stesso che è stato nascosto per la paura di esprimersi pienamente. Per questo motivo la Bioenergetica può essere definita una forma di psicoterapia somatico-relazionale.