Reich aveva individuato uno schema di tensioni muscolari nel corpo dei pazienti che corrispondeva alla struttura difensiva del loro carattere. Definì questo insieme di tensioni “corazza muscolare“, funzionalmente identica alla “corazza caratteriale” formata dalle difese psichiche. Queste tensioni cingono il corpo ad anello partendo dagli occhi e giungendo fino al bacino. Reich individuò 7 fasce di tensione che si strutturavano durante la crescita dell’individuo nell’interazione con il suo ambiente. Partendo dalla prima fascia (quella oculare) e scendendo verso la fascia del bacino, abbiamo anche una cronologia della formazione di queste tensioni. Quelle oculari sono le più antiche e quelle del bacino le più “recenti”.
La funzione di queste tensioni è quella di tenere al di fuori della coscienza certi impulsi e certe emozioni che non erano accettate dall’ambiente o che nel momento in cui il bambino le sperimentava erano troppo forti da gestire per gli strumenti a lui disponibili. La tensione, bloccando il flusso delle sensazioni, reprime impulsi e sensazioni, che perdono così il loro accesso alla coscienza. Ed ecco che la difesa è instaurata. Il prezzo da pagare è una limitazione della sensazione, delle emozioni e dell’espressione. L’individuo si corazza dentro e fuori per escludere sentimenti percepiti come pericolosi. In questo modo perde una parte di sé.
Lowen approfondì il lavoro sulle tensioni estendendo le fasce di tensione anche alle gambe e ai piedi e portando maggiore attenzione alle articolazioni, importanti punti di snodo energetico. Il lavoro della Bioenergetica di oggi si è discostato da quello di Reich e non si lavora più seguendo ordinatamente le fasce di tensione. Viene comunque eseguita una “lettura” delle tensioni del paziente e viene fatta un’ipotesi degli impulsi e delle sensazioni che sono state represse. Col lavoro analitico si cerca di comprendere l’origine storica della tensione e la funzione che aveva la repressione all’epoca; si cerca di comprendere la funzione che oggi ha questa limitazione dovuta alla tensione; e col lavoro corporeo si cerca di rilassare il muscolo e di dare espressione all’emozione repressa in un contesto protetto come quello della seduta di terapia.