Quanto siamo consapevoli del nostro corpo al livello delle “sensazioni”?
Tutti sappiamo di possedere un corpo, che ci permette di muoverci nello spazio e di interagire con il mondo circostante. Ma viviamo questo corpo quasi come una “macchina” al nostro servizio, quasi come se la nostra mente la comandasse, al di sopra di esso; oppure “abitiamo” il nostro corpo, lo sentiamo e lo percepiamo in ogni sua parte, periferica e interna?
Secondo la Bioenergetica “noi siamo il nostro corpo”, il corpo è ciò che ci identifica agli occhi degli altri e anche ai nostri. Tutti i nostri pensieri si fondano su sensazioni corporee ed emozioni: senza queste ultime non esistono i pensieri, mentre sensazioni disturbate comportano un processo di pensiero altrettanto disturbato.
Prendiamoci un attimo per riflettere: nell’arco di una giornata, per quanto tempo siamo veramente consapevoli del corpo, delle sensazioni corporee? E lo percepiamo nella sua interezza o prevale qualche sua parte rispetto ad altre? Le sensazioni avvertite sono di tensione o di rilassamento?
Sempre secondo la Bioenergetica, le tensioni corporee, soprattutto quelle croniche, sono causate dalle esperienze di vita incontrate durante la crescita, e spesso hanno la funzione di “trattenere” un movimento o un’emozione (a volte racchiudono in sé anche dei ricordi). È quindi importante contattare queste tensioni, che tutti abbiamo, perché una parte del corpo contratta in modo cronico è una parte di noi alla quale non possiamo accedere e questo mina il nostro benessere e la nostra libera espressione nel mondo.
Possiamo prenderci il tempo di eseguire un “ceck-up” corporeo e portare attenzione al nostro corpo partendo dai piedi. Come li sentite? Caldi? Freddi? Tesi? Rilassati? E le gambe e le ginocchia? Queste parti del corpo hanno a che fare con il senso di stabilità, di radicamento e di sicurezza, per cui le sensazioni che vi incontriamo dicono qualcosa su questi aspetti di noi e su quanto ci sentiamo individuati e pronti a sostenere la nostra identità di fronte a noi e agli altri.
Possiamo spostare l’attenzione al nostro bacino e al pavimento pelvico. Questa zona è la sede della sessualità, ed è un punto di snodo energetico e somatico, collegando o dividendo la parte superiore (deputata alle funzioni di carica) e quella inferiore del corpo (deputata alle funzioni di scarica energetica). Come percepiamo il bacino? Ne abbiamo una qualche sensazione? Oppure no? Lo percepiamo rigido, teso; oppure rilassato e “fluido”? Quale altra sensazione potete scovare? Registrate, ricordando che ciò che percepite dice qualcosa di come trattate la vostra sessualità e la sua espressione e di quanto siete collegati o meno con le funzioni di scarica del vostro organismo.
Spostiamo l’attenzione alla pancia e percepiamo se si muove al ritmo del respiro o se rimane ferma o poco mobile. Potete sentire che si allarga quando inspirate e che si sgonfia quando espirate; o percepite un altro tipo di movimento e di ritmo? Trovate qualche tensione superficiale o profonda nella vostra pancia? Percepite qualche movimento o rumore? La pancia è la sede di molte delle nostre emozioni e rappresenta la parte più morbida del nostro corpo. Può essere considerata la sede del nostro vero Sé, nostro centro energetico ed emozionale. Tensioni e disturbi alla pancia e all’intestino indicano un rapporto problematico con le emozioni che racchiude, soprattutto il dolore profondo.
Spostiamo l’attenzione al petto e osserviamo anche qui se si muove al ritmo del respiro o se rimane fermo o poco mobile. Prendiamone atto senza giudicare. Possiamo anche notare se il petto tende ad essere espanso verso l’esterno o se invece è come “collassato” verso il centro del corpo. Affrontiamo la vita “di petto” o ci ritraiamo e proteggiamo il nostro cuore da qualche ferita? Il petto, oltre ad avere una funzione nella respirazione, ha a che fare con il senso di apertura/chiusura verso il mondo e con quanto possiamo tenere il cuore aperto verso gli altri o quanto lo proteggiamo con una “corazza”.
Ora ascoltiamo la gola; possiamo anche provare ad emettere un leggero suono. Che sensazione ne abbiamo? La gola è aperta e il suono passa facilmente o troviamo tensione e il suono irrita la gola mentre esce? Un nodo alla gola può rappresentare un pianto trattenuto, e in generale tensioni in questa zona hanno a che fare con la mancata espressione di una parte di noi. Ci stiamo trattenendo o non stiamo dicendo. Perché?
Passiamo alla nuca e al collo. Troviamo tensioni? Esse sono alla base del collo o all’attaccatura del collo col cranio? Il collo è una via di comunicazione tra testa e corpo, e le tensioni possono indicare un disturbo in questo flusso comunicativo. Possiamo essere troppo impulsivi o troppo razionali, dando più importanza al pensiero che alle sensazioni corporee. Oppure possiamo essere persone abituate ad avere tutto sotto controllo: se devo controllare, il collo e la schiena si devono irrigidire per stare “all’erta”.
Portiamo attenzione al volto. È teso o rilassato? Sentiamo che stiamo indossando una “maschera” o sentiamo che il volto rispecchia ciò che sentiamo? Come percepiamo gli occhi? La mandibola è tesa o rilassata? Una tensione mandibolare può avere a che fare con aggressività trattenuta.
E la schiena? Come la percepiamo? Rilassata e flessibile oppure tesa e rigida? Lungo la schiena passa il flusso aggressivo e una schiena flessibile permette all’aggressività di essere disponibile in basso per la scarica e in alto per la carica e la soddisfazione dei bisogni. Una schiena “flaccida” non ci sostiene nell’andare nel mondo e nell’affermarci. Se è troppo rigida può capitare di affermarci troppo energicamente oppure può indicare che stiamo trattenendo parte del nostro potenziale aggressivo.
Le braccia come le sentiamo? Vitali, appese, flaccide? E le mani? Queste parti del corpo ci permettono di raggiungere il mondo e ci aiutano a porre dei limiti. Tensioni o flaccidità possono indicare difficoltà a protendersi verso il mondo e a porre dei limiti nei suoi confronti.
Cerchiamo di vivere questo viaggio attraverso il nostro corpo come un’esplorazione che ha l’intento di accogliere, senza giudicare, ciò che incontriamo. Noi siamo il nostro corpo, e accogliere il suo stato in questo momento ci permette di conoscerci, connetterci alla nostra realtà per poi poter da qui modificare ciò che ci impedisce di essere pienamente noi stessi.
Il primo passo in Bioenergetica è la consapevolezza di sé, che passa dalla consapevolezza corporea.
